BIBLIOTECA LORENTEGGIO - MILANO

La nuova biblioteca è una nuda struttura; non iconica e permeabile, dove gli spazi sono flessibili e, come la non stop city di Branzi, trasformabili attraverso gli arredi. Essa ha una forte relazione con il contesto essendo completamente attraversabile e trasparente; in pianta non ha una direzione dominante in quanto ha forma quadrata. E’ un oggetto brutale e flessibile, spazio fluido e aperto, dove tutto è in movimento.

Gli spazi interni, regolati dalla griglia strutturale, sono aperti e modificabili; lo sguardo può cogliere interamente tutto lo spazio, sia in orizzontale che in verticale (vero spazio “piranesiano”); gli utenti possono modificarli, ogni angolo è un luogo di lavoro; la gerarchia degli spazi è ridotta al minimo.

La biblioteca ha gli accessi su tutti e quattro i lati, questo permette, un uso settoriale degli spazi; le aree esterne sono pensate come espansione di quelle interne. Gli utenti si muovono liberamente.

La struttura forma uno spazio che è allo stesso tempo definito e indefinito; definito per assicurare il funzionamento mentre indefinito per assicurare la flessibilità. La struttura definisce delle stanze, che si possono chiudere, o tenere aperte, attraverso porte scorrevoli in legno o tende. La nuova piazza urbana è l’elemento simbolico che organizza gli spazi della nuova biblioteca e rappresenta uno spazio dove confrontarsi e dialogare. La copertura accoglie attività di svago, lo spazio si articola anche in verticale.

La biblioteca è uno spazio esperienziale dove l’uso disegna l’architettura; la griglia è uno spazio neutro pronto per essere modificato; l’utente è fruitore attivo. La biblioteca è un laboratorio della creatività; la creatività deve uscire fuori e coinvolgere la comunità. L’edificio ha due lati porticati, dove stare e esprimere la propria creatività; i portici sono il filtro verso le piazze esterne.